Confronto sulla Parola della Domenica

Un’occasione per la Comunità di confrontarsi sul Vangelo e sulle letture della Domenica successiva, per crescere insieme e contribuire alla preparazione della Liturgia.

da Giovedì 8 novembre
Tutti i giovedì, ore 21.00, presso la Parrocchia del Rosario.

 

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Celebrazione cittadina al cimitero

Domenica 4 novembre, tutte le parrocchie di falconara si ritroveranno insieme per celebrare l’Eucarestia presso il cimitero di Falconara.

La celebrazione si svolgerà dalle ore 11:15. Al termine della Messa si svolgerà la consueta benedizione delle tombe.

In caso di pioggia la celebrazione si svolgerà presso la parrocchia del Rosario, e la messa al cimitero si svolgerà Domenica 11 novembre alle ore 15:00.

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La preghiera per i defunti

Rispetto per i morti

Presso tutte le religioni, dai tempi più remoti, è diffuso il rispetto, il culto per i defunti. Mausolei sono stati costruiti in loro ricordo; le imbalsamazioni in uso presso certi popoli, le offerte, i riti sacrificali, dimostrano quanto sia sentito il dovere di onorare coloro che ci hanno lasciato per una vita oltre la morte.

Per molti è un preciso dovere di gratitudine per il bene ricevuto, a partire dal dono della vita, ai valori intellettuali, morali, materiali con cui i nostri cari ci hanno bene! cato durante la vita. Purtroppo sovente questo nobile sentimento viene espresso in maniera errata, con ostentazione di potere e ricchezza che non servono assolutamente al defunto, tanto meno a purificarlo dai peccati commessi durante la vita.

Una tomba di marmo pregiato, una cassa di legno prezioso, un funerale sfarzoso… sono il più delle volte spreco inutile di denaro che avrebbe potuto essere devoluto a opere di grande valore sociale e caritativo, di cui il defunto avrebbe goduto un grande bene!

Solidarietà con i defunti

La morte non spezza i legami che abbiamo con i defunti. Le “tre” Chiese: peregrinante, purificante, trionfante, rimangono strettamente unite come vasi comunicanti: i beni di una si riversano sulle altre. E’ una verità di fede che proclamiamo nel simbolo apostolico quando affermiamo: “credo nella comunione dei santi”.

Con queste differenze. Noi che siamo ancora in vita possiamo con fiducia invocare e ottenere l’aiuto dei beati in cielo, questi sicuramente intercedono per noi, (particolarmente i nostri patroni, i parenti, gli amici, le persone che abbiamo amato).

Le anime del Purgatorio invece si trovano in una condizione per la quale non possono più meritare per sé stessi; mentre noi abbiamo possibilità di aiutarli, di lenire le loro sofferenze, abbreviando la loro purificazione.

Da sempre la Chiesa accompagna i defunti, dopo la morte, con particolari riti e preghiere. La liturgia esequiale onora il corpo del defunto in cui Dio è stato presente mediante la Grazia dei Sacramenti e spinge lo sguardo all’ultimo avvenimento della storia, quando Cristo tornerà glorioso per ridare vita ai corpi e renderli partecipi della sua gloria.

Il più grande desiderio dell’uomo è vincere la morte, che trova la risposta certa in Gesù morto e risorto, salito al cielo per preparare un posto per ciascuno di noi. Accomiatandosi dai discepoli Gesù ha promesso: “Vado a prepararvi un posto. Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché anche voi siate dove sono io” (Gv 14,2-4). Per questo la liturgia esequiale è una celebrazione pasquale: un momento in cui i fedeli, mentre pregano per il defunto, affidandolo alla misericordia di Dio, ravvivano la propria fede e speranza in Cristo che tutti attende nel suo regno di amore.

Una delle preghiere recita: “Dio, Padre misericordioso, tu ci doni la certezza che nei fedeli defunti si compie il mistero del tuo Figlio, morto e risorto: per questa fede che noi professiamo, concedi al nostro fratello che si è addormentato in Cristo, di risvegliarsi con noi nella gioia della risurrezione”.

Come aiutare i nostri defunti

La Chiesa, madre e maestra, ci addita parecchi mezzi per suffragare le anime dei nostri cari e aiutarle a raggiungere la pienezza della vita eterna.

L’aiuto più efficace è la S. Messa, la Comunione fatta in suffragio dei defunti. La celebrazione Eucaristica, rinnovando il sacrificio di Gesù, è l’atto supremo di adorazione e riparazione che possiamo offrire a Dio per le anime dei defunti.

La preghiera: un mezzo sempre efficace, alla portata di tutti, tanto più efficace quando non chiediamo aiuti e beni per noi stessi, ma perdono e salvezza per le anime dei nostri cari. Questa preghiera è tanto gradita a Dio perché coincide con la sua volontà salvifica: Egli desidera, attende di incontrarci tutti in Cielo, in quella beatitudine per la quale ci ha creati. Oltretutto per molti di noi è un dovere di gratitudine per il bene ricevuto da parenti e amici e insieme una garanzia perché le anime, giunte in Paradiso, pregheranno per noi.

Tra le preghiere tanto raccomandate dalla Madonna, la recita del Rosario, con l’aggiunta dopo il Gloria, di una invocazione per i defunti: l’Eterno riposo.

Oltre la preghiera possiamo suffragare le anime con atti di carità, in riparazione dei peccati commessi mentre erano in vita.

Le Indulgenze

La Chiesa ci propone per suffragare le anime del Purgatorio anche la pratica delle “indulgenze”. Queste ottengono la remissione della pena temporale dovuta per i peccati.

Ogni colpa, anche dopo il perdono, lascia come un debito da riparare per il male commesso. La Chiesa traendo dal suo tesoro “spirituale”, costituito dalle preghiere dei Santi e dalle opere buone compiute da tutti i fedeli, quanto è da offrire a Dio perché Egli “condoni” alle anime dei defunti quella pena che altrimenti essi dovrebbero trascorrere nel Purgatorio.

L’indulgenza più nota è legata alla commemorazione di tutti i defunti, il 2 novembre, mediante: visite alle tombe, celebrazione Eucaristica al cimitero, visita a una Chiesa.

Si può lucrare l’indulgenza plenaria a partire dal mezzogiorno del 1° novembre a tutto il 2 novembre.

Si può lucrare una sola volta ed è applicabile solo ai defunti.

Visitando una Chiesa, (si reciti almeno un Padre nostro e il Credo).

A questa si aggiungono le tre solite condizioni Confessione, Comunione, preghiera secondo le intenzioni del Papa (Pater, ave, gloria).

Queste tre condizioni possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o seguenti il 2 novembre.

Nei giorni dall’1 all’8 novembre chi visita il cimitero e prega per i defunti può lucrare una volta al giorno l’indulgenza plenaria, applicabile ai defunti, alle condizioni di cui sopra.

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Incontro con i genitori, padrine e Madrine dei cresimandi

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1. Iniziazione cristiana e sacramento della Cresima.

Per comprendere bene che cosa sia il sacramento della Cresima e la funzione che esso ha nella nostra vita cristiana, dobbiamo richiamare alla nostra memoria alcune verità fondamentali della nostra fede.

Nessuno nasce cristiano; cristiani si diventa. Dire “cristiani si diventa” ha due significati principali.

Primo significato

La professione cristiana – dire cioè non solo a parole: “sono cristiano” – comporta uno stile di vita che esige tempo, sforzo ed impegno. Siamo in Quaresima. La liturgia, meglio i testi liturgici quaresimali, presentano la vita cristiana come un combattimento spirituale; come un cammino che conosce difficoltà. Quando dunque diciamo: “cristiani non si nasce, cristiani si diventa” sicuramente voi avete pensato, e rettamente, a tutto questo. Ma l’espressione ha un secondo e più profondo ed importante significato.

Secondo significato

Diventare cristiani non è il risultato principalmente di uno sforzo, di una preparazione umana. Se uno, per esempio, vuole diventare avvocato deve frequentare l’Università, laurearsi, sostenere un esame di Stato… Come potete costatare, la professione dell’avvocatura è il risultato di anni di studio. La “professione cristiana” invece non è prima di tutto il risultato di un impegno umano. Una persona umana diventa cristiana perché Dio stesso in Cristo lo rende tale. La S. Scrittura usa un’espressione che non finisce mai di stupire e commuovere: si diventa cristiani perché si è generati da Dio stesso. L’essere noi uomini dipende dal fatto che siamo stati concepiti da una donna. L’essere cristiani dipende dal fatto che Dio stesso ci ha “generati” in una nuova condizione ontologica: ci ha resi partecipi della, e ci ha comunicato la sua stessa divinità. Nel prologo al suo Vangelo Giovanni scrive: “a quanti… lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati” [Gv 1,12-13]. Qui vengono chiaramente accostate le due nascite: quella per cui sono nato uomo; quella per cui sono diventano cristiano.

Come Dio in Cristo ci genera alla vita nuova, alla vita cristiana? Mediante tre sacramenti, il Battesimo, la Cresima, l’Eucaristia. Si nasce come cristiani nel Battesimo; si è rafforzati e confermati nella nostra esistenza cristiana nella Cresima; ci si nutre per crescere nella vita cristiana coll’Eucaristia.

Per comprendere bene tutto questo, dobbiamo aver compreso bene che cosa è un Sacramento. Il Sacramento, ogni Sacramento, è a prima vista un insieme di riti, di gesti sacri. Attraverso questi gesti però [per es. versare l’acqua sul capo del bambino] è Cristo stesso che agisce: che battezza, che cresima, che celebra l’Eucaristia… È Lui che opera.

Ma i Sacramenti non sono magie: esigono che chi li riceve lo faccia consapevolmente e liberamente. Che cosa significa consapevolmente? Che riconosca nel rito l’azione di Cristo; che sappia vedere nei gesti sacri il “segno” in cui Cristo stesso agisce. In una parola: consapevolezza significa fede. E la fede nasce dall’ascolto della predicazione della Chiesa, e si nutre nella catechesi.

Ci eravamo fatti la seguente domanda: come Dio in Cristo ci genera alla vita nuova, alla vita cristiana. La risposta è: mediante la predicazione della Chiesa e la celebrazione dei sacramenti. La condizione perché e l’una e l’altra siano efficaci è la fede con cui chi ascolta la predicazione della Chiesa, la accoglie non come parola umana, ma parola di Dio; e per la quale [fede] chi partecipa alla celebrazione di un sacramento, vede in esso l’azione di Cristo.

Vi dicevo che si diventa cristiani mediante il Battesimo, la Cresima, l’Eucaristia. Si chiamano per questo i tre sacramenti della iniziazione cristiana. Iniziazione è il termine proprio del vocabolario cristiano per dire: diventare cristiani.

In questa iniziazione la Cresima è la conferma del Battesimo. Ciò che il Battesimo ha operato in chi lo riceve, viene rafforzato definitivamente nella Cresima.

Che cosa compie il Battesimo in chi lo riceve? Genera nella vita divina, incorporandoci a Cristo e alla sua Chiesa. La Cresima quindi conferma chi lo riceve nella sua condizione di cristiano; lo rafforza nella sua appartenenza a Cristo e alla Chiesa. Di conseguenza, il cresimato è ormai in grado, nel senso che ha ricevuto dal sacramento la forza per farlo, di testimoniare la sua fede in Cristo e di affrontare tutte le difficoltà che questa testimonianza comporta.

2. Il Sacramento della Cresima

PROFESSIONE DI FEDE

Ai vostri e nostri ragazzi verrà chiesto ora per la prima volta ufficialmente di aderire alla fede, che fu loro donata per mezzo vostro il giorno del battesimo… quel giorno foste voi a pronunciarla, ora sono loro che provano, anche se con tanta fatica, a pronunciare il loro SI a questa fede… siamo nel cammino di appropriazione della fede… perchè vedete la fede non è una formula da imparare a memoria… ma una scoperta da fare, guidati da altri è vero, ma la fede è anzitutto scoperta personale… è ovvio quindi che questo cammino non si può concludere il giorno della cresima non avrebbe senso e non è possibile, la fede dovrebbe essere cantiere sempre aperto, il giorno della Cresima questo cammino che dura una vita riceve il suo colpo d’ala (immagine colomba) per volare alto ed essere compiuto in pienezza.

IMPOSIZIONE DELLA MANI

A questo primo momento segue una preghiera di invocazione dello Spirito… accompagnata da un gesto quello delle mani aperte e stese verso i ragazzi, lo stesso gesto che ogni sacerdote compie sul pane e sul vino quando consacra lo Spirito… è un gesto che se da un lato rende visibile la discesa dello Spirito dall’altro ci dice della sua solennità… quello Spirito che trasforma il pane ed il vino in corpo e sangue del Signore Gesù ora scende nei loro cuori e bussa alle loro porte se viene accolto egli trasformerà la nostra vita e ci renderà capaci di amare come amò Gesù… ci renderà capaci di gesti gratuiti… di dare senza chiedere in cambio… di compromettersi nelle cose della vita e di spendesi fino in fondo… ditemi voi se non è ciò che voi desiderate per i vostri Figli? Questa la preghiera che il vescovo reciterà:

Dio onnipotente, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che hai rigenerato questi tuoi figli dall’acqua e dallo Spirito Santo liberandoli dal peccato, infondi in loro il tuo santo Spirito Paraclito: spirito d sapienza e di intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà e riempili dello spirito del tuo santo timore. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Sette doni vengono chiesti, quasi a dirci che viene chiesto tutto ciò che può essere utile, sette nel linguaggio biblico è il numero che dice di una pienezza traboccante, al Padre noi chiediamo ogni bene per i nostri giovani, ogni aiuto possibile… sarebbe bello approfondire questi sette doni… ma ora non possiamo.

CRISMAZIONE

Giunge ora il moneto culminante quello della crismazione, o dell’unzione, Il crisma, olio misto a profumo benedetto dal vescovo in cattedrale con tutti i sacerdoti la mattina del giovedì Santo i vostri ragazzi vengono unti, a loro viene comunicata la forza stessa di Dio, Egli li prende, li fa suoi, perché nella vita rimangano fedeli all’amicizia con Lui…

Il Crisma è l’olio usato per le consacrazioni. Il cresimato è consacrato per sempre a Cristo e appartiene a lui, consacrare nel significato etimologico significa in primo luogo “messo a parte”, a tutti noi viene donato cioè un compito, per il quale siamo “messi da parte”, potremmo dire una vocazione. Il gesto della crismazione, vuol significare che lo Spirito penetra dentro di te e ti consacra per continuare la missione profetica, sacerdotale e regale di Cristo.

“È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori” (2Cor 1,21-22) e “diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero” (2Cor 2,14).

3. Sacramento della Cresima ed educazione cristiana.

In che modo voi genitori potete fare in modo che la celebrazione della Cresima diventi l’occasione per una costruzione più grande della vita dei vostri figli? Ovviamente la Chiesa – concretamente le parrocchie, associazioni e movimenti – è legata a voi, ed impegnata con voi in un vero e proprio patto educativo. Ma in questa occasione affronto il problema solamente dal vostro punto di vista. Non manco di rispetto, spero, nei vostri confronti distinguendo fra voi due uditori diversi. Vi sono fra voi genitori che vivono fedelmente la loro fede cristiana, partecipano ogni domenica alla Eucaristia, ed educano con convinzione e passione i propri figli nella fede cristiana. E ci sono fra voi genitori che custodiscono nel cuore fiducia nella Chiesa [altrimenti non si preoccuperebbero che il figlio riceva i Sacramenti], ma, come si usa dire, non “frequentano molto” e si sentono solo in parte appartenenti alla Chiesa. Distinguerò dunque questa parte della mia riflessione in due momenti, iniziando a rivolgermi ai secondi.

1. Parto da un dato di fatto; per un genitore non esiste desiderio più profondo del bene del figlio. Il bene del figlio è alla cima delle sue preoccupazioni. Il fatto che un genitore decida che suo figlio sia battezzato, cresimato, e riceva l’Eucaristia – in una parola: che incontri la Chiesa – significa che ritiene la proposta cristiana, una buona proposta. Questa convinzione, normalmente più vissuta che consapevole, è spiegabile col fatto della tradizione in cui il genitore stesso è cresciuto ed educato. La tradizione è qualcosa di grandioso. Essa è per la persona umana ciò che la terra è per la pianta. È ciò

Avete davanti tre vie. che ci consente di vivere una vita umana. Non in senso biologico, ma nel senso di una vita personale e sociale abitata da valori che rendono buona e giusta l’esistenza. La tradizione è la cultura. I genitori di cui sto parlando vivono ancora in una tradizione cristiana, anche se poco consapevolmente e forse anche criticamente. Chiedere alla Chiesa i sacramenti per i propri figli vuol dire non abbandonare questa tradizione. Basta questo gesto? “ho fatto fare a mio figlio tutti i sacramenti; questo basta”. Vorrei che mi prestaste molta attenzione poiché entriamo nel cuore del dramma dei nostri ragazzi.

O si dice: “non propongo nulla, perché così da grande farà le sue scelte”. Oppure si dice: “la proposta cristiana non è una buona proposta per la vita: è cosa da bambini”. Oppure si dice: “sono stato io stesso educato nella fede cristiana, e quindi in essa educo i miei figli”.

La prima strada è la più stolta dal punto di vista educativo, perché conduce i propri figli alla schiavitù. La seconda merita più attenta considerazione.

Se viene percorsa la seconda via, essa finisce coll’introdurre – o rischia di introdurre – nella coscienza del ragazzo una spaccatura fra ciò che fino ad un certo momento della vita gli è stato proposto dai genitori [ordinariamente fino alla Cresima], e la proposta fatta in seguito.

La terza strada è quella il cui percorso esige una forte cooperazione colla Chiesa. Concretamente dico ai genitori che si trovano nella condizione suddetta: insistete a convincere il vostro figlio, dopo la Cresima, ad entrare in una delle grandi proposte educative della Chiesa. Penso all’Azione Cattolica, all’Agesci, a Comunione e Liberazione, per esemplificare. L’esperienza fatta dal ragazzo può essere poi argomento di dialogo e di confronto con i suoi genitori.

2. Mi rivolgo ora ai genitori che vivono pienamente la loro fede cristiana.

Nel cammino della fede, la ricezione del Sacramento della Cresima costituisce un momento delicato per i vostri figli.

Il primo luogo, a livello intellettuale. Non sottovalutate questa esigenza, oggi specialmente. La fede prima di tutto è un preciso modo di pensare, di giudicare e valutare le cose. Può accadere che il ragazzo giunga a considerare la dottrina della fede una mera fantasia, perché così gli dice, o gli dà a pensare, il suo professore di scienze e di filosofia.

In secondo luogo, e non dammeno, la fede è confermata dal confronto, a cui il ragazzo deve essere condotto soprattutto dai suoi genitori, fra la fede che professa, i sacramenti che riceve, e la vita. Se non avviene questo confronto, il ragazzo non diventerà mai maturo nella sua fede. È in questo contesto che l’esercizio della carità, l’incontro colla durezza della condizione umana, diventa un momento imprescindibile nel cammino di conferma della fede.

I nostri ragazzi stanno dentro ad un tornante della storia dell’Occidente. Esso sta tentando di costruire una civiltà come se Dio non ci fosse, rompendo con una tradizione nella quale il riferimento a Dio è fondante. L’esito di questo scontro circa la posizione di Dio nella vita umana – è questa LA questione di oggi! – dipende dalla proposta educativa che viene offerta ai nostri ragazzi: la proposta di una vita per la quale la presenza di Dio è inutile, oppure di una vita per la quale il riferimento a Dio è essenziale.

 

 

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Giornata Missionaria Mondiale 2012

Nel 1926, l’Opera della Propagazione della Fede, su suggerimento del Circolo missionario del Seminario di Sassari, propose a papa Pio XI di indire una giornata annuale in favore dell’attività missionaria della Chiesa universale. La richiesta venne accolta con favore e l’anno successivo (1927) fu celebrata la prima “Giornata Missionaria Mondiale per la propagazione della fede”, stabilendo che ciò avvenisse ogni penultima domenica di ottobre, tradizionalmente riconosciuto come mese missionario per eccellenza. Quest’anno la celebrazione cade Domenica 21 ottobre.

In questo giorno i fedeli di tutti i continenti sono chiamati ad aprire il loro cuore alle esigenze spirituali della missione e ad impegnarsi con gesti concreti di solidarietà a sostegno di tutte le giovani Chiese. Vengono così sostenuti con le offerte della Giornata, progetti per consolidare la Chiesa mediante l’aiuto ai catechisti, ai seminari con la formazione del clero locale, e all’assistenza socio-sanitaria dell’infanzia.

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Orario apertura oratorio

L’oratorio “Il Faro” è aperto tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, dalle ore 16.30 alle ore 19.30: nelle sale dell’oratorio si possono effettuare feste di compleanno (con prenotazione) nei giorni di apertura, sempre dalle ore 16:30 alle ore 19:30.

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