Papa Francesco sulle orme di Pio IX

L’inizio del pontificato di Papa Francesco è caratterizzato da gesti ed atteggiamenti che lo rendono popolare e ben gradito a quanti sono credenti, ma anche a coloro che si autodefiniscono laici.

L’abitare a Santa Marta, anziché nell’appartamento papale, l’andare in mezzo alla gente con slancio, quasi sfuggendo alla gendarmeria vaticana, il recarsi nei quartieri di quella città di cui lui più volte si è proclamato vescovo, prima ancora che Papa, pare che abbia annullato ogni distanza tra la sua persona ed il popolo.

Recentemente, volando in Brasile per galvanizzare milioni di giovani e meno giovani, fuori da ogni protocollo ha voluto entrare nelle case della povera gente,  nelle favelas di quella città per portare un messaggio di vicinanza con quanti sono meno fortunati di altri.

Sono questi fatti di cronaca, apparentemente piccoli, che lo differenziano da quanti lo hanno preceduto nel suo ministero di successore di Pietro. Non sappiamo quanto lungo sarà il suo papato, né quali e quante riforme saprà e vorrà affrontare per rendere la Chiesa, sempre meno istituzione e sempre più famiglia dei credenti. Una chiesa mamma come lui stesso l’ha definita.

La storia saprà dare un giudizio più complessivo della sua azione, ora dobbiamo valutare la cronaca di ogni giorno e dei giorni a venire, ma è certo che la sua  presenza tra le mura vaticane non passerà inosservata.

Ogni paragone appare azzardato con i suoi predecessori, ma in fatto di piccoli avvenimenti, di comportamenti quotidiani, sia consentito un accostamento con un altro grande Papa, vissuto 150 anni fa. Un confronto che va fatto con le dovute cautele, che ogni tempo e ogni situazione storico-ambientale richiedono.

Pio IX di Senigallia, eletto nel 1846 dopo un concistoro di appena 48 ore, nei suoi primi anni del pontificato ha vissuto momenti “di cronaca” molto simili a quelli di Papa Francesco. La storia di questo pontefice, che ha governato per ben 34 anni, è cosparsa di grandi avvenimenti, di notevoli stravolgimenti che lo hanno portato dall’essere Papa Re nelle regioni centrali italiane a Papa “prigioniero” dentro le mura della cittadella vaticana.

Eppure la cronaca dei suoi primi anni, che precedettero la sciagurata parentesi della Repubblica Romana e del suo esilio a Gaeta, registra fatti ed atteggiamenti che già allora stupivano il popolo romano, al pari di quelli che oggi Papa Francesco assume e che fanno stupire il mondo.

A quel tempo c’era un cronista di eccezione che non scriveva sui giornali, ma che raccontava con le sue poesie ciò che accadeva a Roma. Giovanni Maria Mastai Ferretti succede a Gregorio XVI (frate camaldolese nato a Belluno) che non usciva mai da Palazzo per il timore di rivolte o attentati. Conduceva una vita riservata e adottava una politica di restaurazione e chiusura datanti ai moti popolari.

Pio IX esce delle sue stanze e si reca a piedi a dire messa nelle parrocchie della sua città.. Una sera accompagnato da un solo sacerdote, senza scorta e in incognito, si reca a casa di una povera vedeva che abitava in Borgo, la favelas di Roma di quel tempo, per parlare con questa donna che non lo riconosce.

Per dovere di cronaca riportiamo in calce il sonetto di Giuseppe Gioachino Belli, cantore delle vicende romane, narrate con il parlare schietto ed a volte “sconcio” del popolino.

Una visita de nov’idea

Ar terzo momoriale ecco una sera

sente sonà a la porta er campanello,

opre, e vede du’ abbati, uno arto e bello,

1’antro più basso e de grazziosa cera.

Allora er primo, co bona magnera,

la salutò cacciannose er cappello:

“E’ lei,” dice, “la vedova di quello

che legava le gioglie? E’ lei che spera…”

Ma qui, mentre l’abbate, bono bono,

seguitava a parlà co tant’amore,

l ’na fjetta strillò: “Mamma, è Pio nono! ”

Cosa vòi! quela povera pezzente

stette guasi lì lì pe avé 1’onore

de morije davanti d’accidente.

Roma, 28 gennaio 1847.

 

Manlio Baleani

info@manliobaleani.it

 

Questa voce è stata pubblicata in Eventi. Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento