Il Gruppo liturgico

1. Nozioni fondamentali

Nell’ambito della pastorale liturgica italiana il soggetto ministeriale denominato “gruppo liturgico” (GL) è sorto in tempi piuttosto recenti (in Francia, invece, nasce ben prima della riforma liturgica conciliare). In due circostanze i vescovi italiani hanno sottolineato la necessità di responsabilizzare gruppi di fedeli che pongano il proprio impegno per la preparazione e la realizzazione delle celebrazioni.

Innanzitutto, nel documento pastorale “Eucaristia, comunione e comunità” (22/5/1983), essi affermano:

“La Messa domenicale sia adeguatamente preparata, coinvolgendo sempre meglio gruppi di fedeli durante la settimana per la riflessione sui testi liturgici, particolarmente sulle letture della Scrittura” (n. 78).

E nella nota pastorale “Il rinnovamento liturgico in Italia” (21/9/1983) ancor meglio dichiarano:

“Ogni comunità avrà modo di promuovere al suo interno la formazione di gruppi liturgici per la preparazione e l’animazione delle celebrazioni soprattutto quelle domenicali e delle feste più importanti” (n. 9).

Il senso fondamentale del servizio svolto da un GL è da ricercare nelle esigenze di coordinamento e armonizzazione delle diverse presenze ministeriali che interagiscono nelle celebrazioni:

“La preparazione pratica di ogni celebrazione liturgica si faccia di comune intesa fra tutti coloro che sono interessati rispettivamente alla parte rituale, pastorale e musicale, sotto la direzione del rettore della chiesa, e sentito il parere dei fedeli per quelle cose che li riguardano direttamente” (Principi e norme per l’uso del Messale Romano [PNMR], n. 73).

Inoltre, le diverse possibilità di realizzazione delle celebrazioni suscitano la necessità di compiere scelte coerenti ed efficaci per una buona e serena realizzazione dei momenti liturgici. Infatti in PNMR n.313 leggiamo: “Dal momento che è offerta un’ampia possibilità di scegliere le diverse parti della messa, è necessario che prima della celebrazione il diacono, il lettore, il salmista, il cantore, il commentatore, la schola, ognuno per la sua parte, sappiano bene quali testi spettano a ciascuno, in modo che nulla si lasci all’improvvisazione. L’armonica disposizione ed esecuzione dei riti contribuisce moltissimo a disporre lo spirito dei fedeli per la partecipazione all’Eucaristia”.

L’importanza della presenza di una équipe liturgica nelle comunità parrocchiali nasce dalla necessità di realizzare celebrazioni che esprimano efficacemente il senso comunitario della liturgia, infatti “Le azioni liturgiche non sono azioni private, ma celebrazioni della Chiesa, che è “sacramento dell’unità” (…). Perciò tali azioni appartengono all’intero corpo della Chiesa, lo manifestano e lo implicano; ma i singoli membri vi sono interessati in diverso modo, secondo la diversità degli stati, degli uffici e della partecipazione effettiva” (Sacrosanctum Concilium [SC], n. 26). A questo si aggiunga il fatto che per rispettare la dignità della celebrazione liturgica, ogni ministro o semplice fedele è chiamato a realizzare una piena partecipazione compiendo tutto e soltanto ciò che, secondo la natura del rito e delle norme liturgiche, è di propria competenza (cfr. SC 28).

2. Chi fa parte del gruppo liturgico?

Poiché il gruppo liturgico parrocchiale si propone come una struttura comunionale per la preparazione e la realizzazione delle celebrazioni, è indispensabile che in esso convergano anzitutto coloro che in prima persona sono impegnati nell’animazione liturgica.

Un ruolo fondamentale all’interno del GL è da riservare al parroco o ad uno dei presidenti delle celebrazioni parrocchiali (vicario parrocchiale o presbitero collaboratore). Il parroco rende sensibile la presenza del vescovo nell’ambito della comunità affidatagli, e il vescovo è il liturgo per eccellenza. Liturgo non esclusivamente dal punto di vista “tecnico”, ma soprattutto teologico. Infatti, “Poiché nella sua Chiesa il vescovo non può presiedere personalmente sempre e ovunque l’intero suo gregge, deve costituire necessariamente dei gruppi di fedeli, tra cui hanno un posto preminente le parrocchie organizzate localmente e poste sotto la guida di un pastore che fa le veci del vescovo. (…) Per questo motivo la vita liturgica della parrocchia e il suo legame con il vescovo devono essere coltivati nell’animo e nell’azione dei fedeli e del clero (…)” (SC 42).

Come abbiamo già visto, possono far parte del GL tutti coloro che hanno un ufficio connesso alla vita liturgica della parrocchia: animatori della Parola di Dio (lettori, salmisti), animatori musicali (strumentisti, coristi, direttore del coro, solisti), coloro che prestano servizio nell’ambito dell’altare e nei riguardi del presidente della celebrazione (diaconi, accoliti, ministri straordinari della distribuzione dell’eucaristia, ministranti), coloro che si pongono a diretto servizio dell’assemblea (guida del canto assembleare, commentatore, ministri dell’accoglienza, incaricati per il riordino e le pulizie della chiesa). Nel GL non possono assolutamente mancare dei rappresentanti dell’assemblea.

Tutti questi soggetti ministeriali “possono” far parte del GL, ma non tutti “devono”, in quanto il GL è una struttura rappresentativa e di coordinamento. Ogni ambito di servizio liturgico sarà quindi rappresentato in seno al GL da un numero limitato di elementi. È importante che i membri del GL vivano in una dimensione vocazionale non solo il proprio specifico servizio, ma anche la loro partecipazione al GL. Chi fa parte del GL deve sentirsi “chiamato” a svolgere questo servizio riconoscendo in sé quelle doti indispensabili per partecipare a un organismo di confronto e di dialogo: disponibilità, sensibilità comunionale, partecipazione alla vita ecclesiale, apertura alla comunità e ai suoi problemi, desiderio di migliorare la qualità delle celebrazioni. I membri del GL dovranno anche evitare il rischio del puro efficientismo. È bene che la scelta del parroco cada su animatori che, oltre avere buona volontà, possano partecipare alle attività del GL per un tempo prolungato: il GL perderebbe il senso e l’efficacia delle proprie funzioni se fosse costituito ogni anno da nuovi elementi.

3. Come nasce il gruppo liturgico?

È piuttosto difficile che un GL nasca serenamente se prima non sono stati curati i singoli animatori, se prima cioè non è stato avviato un gruppo di lettori, un’équipe di animatori musicali, un gruppo efficiente di ministranti ecc. Prima di far sorgere il GL è bene curare i singoli settori dell’animazione liturgica affinché qualche rappresentante possa convergere in questa struttura di sintesi.

È pur vero che in quelle parrocchie nelle quali la ministerialità liturgica debba ancora esplicitarsi o ampliarsi, un GL di base potrà farsi promotore della nascita dei singoli settori di animazione.

Il GL, comunque, non nasce da un giorno all’altro, deve attraversare un periodo paziente di formazione, di organizzazione e funzionamento da rispettare e sollecitare. È conveniente che, per qualche tempo e secondo le circostanze concrete di ogni comunità, prima di iniziare l’attività di animazione, disponga di un lasso di tempo necessario per costituirsi come gruppo secondo le tecniche moderne.

4. Compiti del gruppo liturgico

Le attività che un GL deve svolgere possono essere riepilogate attraverso cinque verbi: studiare, osservare, riflettere, programmare e verificare.

  • Studiare

Senza una formazione liturgica di base un GL non potrà mai svolgere con competenza la propria missione. Imprescindibile è un cammino di iniziazione al linguaggio liturgico accompagnato da un solido approfondimento sul senso della celebrazione cristiana e sulle dimensioni antropologiche e teologiche che la caratterizzano. Ma l’impegno di studio non può limitarsi solo agli aspetti teologici o, meno ancora, esclusivamente a quelli “tecnici” delle celebrazioni. Almeno altri due ambiti devono qualificare l’itinerario formativo di un GL: la sacra scrittura e la teologia della Chiesa e dei ministeri.

È bene riservare un’attenzione particolare allo studio dei documenti magisteriali sulla liturgia, in particolar modo quelli che hanno realizzato il rinnovamento liturgico conciliare e le introduzioni ai nuovi libri liturgici.

Il GL, oltre curare la formazione dei suoi membri, può farsi promotore di incontri catechetici aperti a tutti quei fedeli che volessero approfondire le proprie conoscenze in ambito liturgico.

  • Osservare

Un compito specifico del GL è quello di essere attento osservatore dell’assemblea. Prima di rendere il proprio servizio alla comunità bisogna conoscerne la composizione, la cultura, i problemi, la disponibilità o la difficoltà a lasciarsi coinvolgere… Viviamo un tempo di pluralismo culturale e religioso e ciò è riscontrabile anche nelle nostre assemblee. Le stesse messe domenicali sono partecipate da gruppi molto eterogenei, sia per cultura che per grado di fede, è quindi importante che ad ogni specifica assemblea venga proposto lo stile celebrativo più adatto ed efficace. Ma uno stile celebrativo appropriato potrà essere conseguito esclusivamente osservando in profondità le comunità celebranti.

  • Riflettere

Ciò che viene appreso attraverso lo studio e ciò che emerge dall’osservazione delle assemblee deve condurre i componenti del GL a “riflettere insieme”. È importante che le impressioni e le idee di ciascuno possano convergere in un dialogo fraterno e costruttivo. Si tratta di una riflessione matura, che non si lascia condurre da impressioni o capricci personali. È un dialogo comune che conduce a scelte celebrative veramente utili e non determinate da “smania riformatrice” dettata esclusivamente dal desiderio irrazionale di novità.

  • Programmare

Per giungere alla tappa della programmazione bisogna aver percorso le tre tappe precedenti: si può programmare solo dopo aver studiato, osservato e riflettuto.

Un primo impegno è quello della programmazione annuale. Ogni anno il GL deve stilare un piano di lavoro nel quale emergeranno le esigenze formative dei suoi membri, le scelte principali che caratterizzeranno le celebrazioni di tutto l’anno, gli eventi straordinari nell’ambito della vita parrocchiale (cresime, prime comunioni, ordinazioni, dedicazione della chiesa, anniversari particolari…).

È bene prevedere anche una programmazione periodica, specialmente in prossimità dei tempi più significativi dell’anno liturgico (Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua). Un GL efficiente deve programmare la vita liturgica di questi tempi almeno due settimane prima del loro inizio.

Comunque, a scandire il cammino del GL sarà la programmazione settimanale. L’organizzazione delle messe domenicali è un impegno costante. È importante sottolineare che il GL ha innanzitutto una “funzione di organizzazione” dei momenti celebrativi, pertanto non può e non deve addossarsi da solo la realizzazione delle liturgie. Dovrà invece stimolare e attivare i servizi che i diversi animatori o ministri sono chiamati a prestare, ognuno secondo le proprie capacità e la specifica preparazione.

  • Verificare

Come la programmazione anche la verifica dovrà essere annuale, periodica e settimanale. Verificare significa “fare la verità” su come sono state realizzate le celebrazioni e sulla loro efficacia reale. La verifica è quindi frutto di ulteriore osservazione e di ascolto dei membri dell’assemblea, ma nasce anche dal dialogo franco e aperto all’interno del GL stesso. Da una verifica seria scaturisce l’esigenza di nuovo studio, di ulteriore riflessione e di più appropriata programmazione.

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