Lectio Quarta Domenica di PAsqua anno B

LECTIO DELLA DOMENICA DEL TEMPO PASQUALE ANNO  B

La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.

Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre.
È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti.
Ti rendo grazie, perché mi hai risposto, perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre.

 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni   10,11-18

                In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

 

COMMENTO  BIBLICO –SPIRITUALE

                Partiamo dal contesto in cui è collocato questo brano di Gv 10 su Gesù pastore buono. Gesù si trova nel tempio di Gerusalemme in cui si era presentato come sorgente di acqua viva, simbolo dello Spirito (v. 7,37) e luce del mondo (v.8,12). Nel cap. 9 aveva guarito il cieco nato, successivamente  rifiutato dalle autorità per aver riconosciuto Cristo come inviato di Dio. Infine aveva accusato i farisei di esser guide cieche  e presuntuose che cercano di guidare altri ciechi. Il cap. 9 si era concluso con la domanda dei farisei che avevano chiesto a Gesù:” Siamo anche noi ciechi? Gesù rispose loro:”Se foste ciechi non avreste alcun peccato, ma siccome dite: Noi vediamo! Il vostro peccato rimane”(Gv 9,39-41). All’inizio dunque di questo capitolo 10  l’evangelista Giovanni delinea la missione di Gesù mediante la similitudine del pastore buono come guida saggia e generosa contrapposta a quella dei farisei, guide interessate e cieche.

La collocazione temporale è quella della festa ebraica delle capanne (Succot) durante la quale gli ebrei ogni anno rivivono, abitando in capanne di frasche, il viaggio dei 40 anni nel deserto mediante il quale  Dio, pastore amorevole, aveva guidato  il popolo fuori dalla schiavitù egiziana e lo aveva introdotto nella terra promessa. Gesù allora si presenta come vero pastore, buono e generoso, che sa “deporre” , cioè rischiare la propria vita per la salvezza del suo gregge, a differenza dei pastori stipendiati, preoccupati anzitutto di curare e salvare la propria vita. L’accusa velata è rivolta alle autorità giudaiche che lasciavano i credenti “come pecore senza pastore”. Come si manifesta la bontà di questo pastore? Gesù anzitutto mette in gioco tutta la sua vita per il bene, l’unità e la salvezza del suo gregge. Egli si identifica pienamente con la causa dei suoi fedeli.

In secondo luogo Gesù ha già sperimentato in se stesso la vita piena e vera che viene dallo Spirito e può quindi indicarla ai suoi seguaci. “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Egli viene perciò perche anche essi abbiano “la vita in sovrabbondanza”.

 In terzo luogo Gesù “conosce” ed è “riconosciuto” da ogni vero credente. Gesù sa chiamare per nome i suoi fedeli e farsi riconoscere da loro. Egli cammina davanti a loro ed è perciò non solo loro maestro ma anche modello e testimone coraggioso. E questa sua amicizia piena e feconda è fondata sulla sua relazione reciproca con il Padre Celeste. Ma come possono le pecore riconoscere nella sua voce  quella del vero Pastore ?  Quella voce inconfondibile è la Parola di Dio, Pastore Celeste, che i fedeli già conoscono interiormente! Infine le sue pecore sono libere di abbandonarlo (il cieco nato guarito era stato subito cacciato dalla sua comunità). Ma in caso di smarrimento le pecore di Gesù  possono contare sulla ricerca amorosa del loro pastore.

                Ma mentre egli ama ciascuno in modo totale e personale egli sa anche provvedere al bene e all’unità di tutto il suo gregge, considerato nella sua varietà e totalità. Il suo gregge è il mondo intero!

Il suo impegno personale  più grande è mantenere unito il suo gregge.

 

PER LA RIFLESSIONE PERSONALE

1/ In che modo il Signore si sta prendendo cura di me e insieme della mia comunità e del mondo intero?

2/ Ci sentiamo anche noi come Gesù responsabili dei nostri fratelli e per quanto possibile anche del bene e dell’unità della comunità cristiana?

3/ Quali energie dedichiamo alla educazione dei giovani al senso della vita come servizio  della famiglia umana in qualunque stato di vita (vita come vocazione)?

Dio, nostro Padre, che in Cristo buon pastore ti prendi cura delle nostre infermità,
donaci di ascoltare oggi la sua voce, perché, riuniti in un solo gregge, gustiamo la gioia di essere tuoi figli.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. AMEN

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